La banalità imperversa, ahimé... Lungi da me, quindi, un approccio troppo frivolo ai fatti della vita... Ma come evitare ogni tanto di discorrere di luoghi comuni e, inevitabilmente, di ciò che più ci piace. E che certamente raccoglie il consenso di una moltitudine di donne (e uomini).
Sicuramente avrete ormai intuito che l'argomento di oggi sono le scarpe.
Uno miei primi ricordi – ed è davvero lontano, visto che parliamo del 1970 – ha come protagonisti me, mio padre e una bacheca piena di articoli da balletto a Londra. Come moltissime bambine, anch'io da piccola ero convinta che un giorno avrei debuttato alla Royal Opera House come prima ballerina e così, dando seguito ai miei sogni, il mio generoso genitore mi aveva accompagnata in un negozio specializzato per comprarmi un paio di scarpette da ballo (e una piccola spilla color oro raffigurante una ballerina).
Come avrete ormai capito, non mi sono mai esibita nel Lago dei cigni e a testimoniare di quell'avventura è rimasta soltanto la spilla. Tuttavia, non ho mai dimenticato il profumo di cuoio e raso di quelle mie prime scarpette.
È stato quello il momento in cui è nata la mia passione? Oppure la mania è dovuta a un tratto genetico che caratterizza tutte le donne della mia famiglia? Non saprei proprio: certo è, che la passione per le scarpe non mi ha più abbandonata.
Inutile dire che ho una predilezione per le calzature scomode e appariscenti, meglio ancora se colorate e se la sinistra è diversa dalla destra, come nel caso delle twins della CAMPER.
I tacchi sono indubbiamente un argomento difficile, sia da affrontare sia da indossare. Quando ero adolescente passavo domeniche intere allenandomi a percorrere in lungo e in largo l'appartamento dei miei a grandi falcate, indossando i trampoli di mia madre e immaginando che avrei trascorso la mia vita adulta sempre afflitta dalle vertigini, viaggiando tra le grandi metropoli del mondo. Ovviamente la realtà è ben diversa e oggi trascorro la maggior parte del mio tempo calzata da ballerine, avarcas e "gommine" CHIPIE e BENSIMON.
Ciò non mi impedisce di trovare, anche se raramente, un evento che richieda imperativamente l'acquisto di un paio di calzature vertiginose (e ovviamente costose!). Purtroppo, oggi devo ammettere che non sono mai riuscita a destreggiarmi con stile perfetto nell'arte della passerella, e che la breve passeggiatina di ieri sera con indosso il modellino raffigurato sopra mi costringerà, per un paio di giorni almeno, a ripiegare su un paio di comode BIRKENSTOCK!!
Sicuramente avrete ormai intuito che l'argomento di oggi sono le scarpe.
Uno miei primi ricordi – ed è davvero lontano, visto che parliamo del 1970 – ha come protagonisti me, mio padre e una bacheca piena di articoli da balletto a Londra. Come moltissime bambine, anch'io da piccola ero convinta che un giorno avrei debuttato alla Royal Opera House come prima ballerina e così, dando seguito ai miei sogni, il mio generoso genitore mi aveva accompagnata in un negozio specializzato per comprarmi un paio di scarpette da ballo (e una piccola spilla color oro raffigurante una ballerina).
Come avrete ormai capito, non mi sono mai esibita nel Lago dei cigni e a testimoniare di quell'avventura è rimasta soltanto la spilla. Tuttavia, non ho mai dimenticato il profumo di cuoio e raso di quelle mie prime scarpette.
È stato quello il momento in cui è nata la mia passione? Oppure la mania è dovuta a un tratto genetico che caratterizza tutte le donne della mia famiglia? Non saprei proprio: certo è, che la passione per le scarpe non mi ha più abbandonata.
Inutile dire che ho una predilezione per le calzature scomode e appariscenti, meglio ancora se colorate e se la sinistra è diversa dalla destra, come nel caso delle twins della CAMPER.
I tacchi sono indubbiamente un argomento difficile, sia da affrontare sia da indossare. Quando ero adolescente passavo domeniche intere allenandomi a percorrere in lungo e in largo l'appartamento dei miei a grandi falcate, indossando i trampoli di mia madre e immaginando che avrei trascorso la mia vita adulta sempre afflitta dalle vertigini, viaggiando tra le grandi metropoli del mondo. Ovviamente la realtà è ben diversa e oggi trascorro la maggior parte del mio tempo calzata da ballerine, avarcas e "gommine" CHIPIE e BENSIMON.
Ciò non mi impedisce di trovare, anche se raramente, un evento che richieda imperativamente l'acquisto di un paio di calzature vertiginose (e ovviamente costose!). Purtroppo, oggi devo ammettere che non sono mai riuscita a destreggiarmi con stile perfetto nell'arte della passerella, e che la breve passeggiatina di ieri sera con indosso il modellino raffigurato sopra mi costringerà, per un paio di giorni almeno, a ripiegare su un paio di comode BIRKENSTOCK!!
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